Organismo di Mediazione Iscritto presso il Ministero della Giustizia al n. 1089
Mediazioni Familiare
Il mediatore familiare si occupa della mediazione avente ad oggetto le situazioni di:

. separazione;
. divorzio;
. conflitti tra i coniugi seppur non finalizzati alla separazione e/o al divorzio.

La mediazione familiare pertanto interviene in un momento di crisi della famiglia ed ha come obiettivo quello di ridurre al minimo gli effetti negativi del conflitto stesso , con l’obiettivo di ristabilire la comunicazione fra i coniugi e di favorire la riorganizzazione delle relazioni tra i coniugi e delle relazioni familiari, tendo in considerazione i bisogni di ogni membro della famiglia, a partire da quelli dei figli.

Nell’ambito della mediazione familiare vengono pertanto in rilievo non solo gli interessi ed i bisogni personali delle parti , ma l’insieme di tutte le relazioni familiari tipiche del dato nucleo familiare rispetto cui per placare il conflitto si imporrà necessario una riorganizzazione delle relazioni familiare, con l’obiettivo di costituire un nuovo assetto.

Per realizzare tale obiettivo il mediatore dovrà guidare le parti ad un consapevolizzazione dei propri bisogni ed interessi, dei bisogni e degli interessi dell’altro, nonché degli interessi e dei bisogni del nucleo familiare, affinché le parti possano giungere loro stessi a ridare un nuovo assetto alle dinamiche familiari in vista del soddisfacimento dei bisogni della famiglia o dei bisogni dei figli e dei bisogni di ciascuno dei genitori, qualora si consolidi l’ulteriore scelta della separazione dei coniugi, dando risalto alle competenze ed alle inclinazioni di ciascuno dei componenti la famiglia, ed avendo riguardo anche a ruoli di eventuali altri familiari, che possano fungere da sostegno a ciascuno genitore nella gestione della separazione.

Compito principale della mediazione familiare e del mediatore è porre in essere forme di intervento mirate ed idonee a sodisfare concomitanti e spesso contrastanti bisogni , in modo da attivare un contesto e delle soluzioni in divenire che favoriscano il passaggio da una logica di vincitori, e vinti tipica della procedura giudiziaria ad una logica di strategia utile scelta ed attuata dalle parti (i familiari o i coniugi), per condurre il sistema familiare ad un diverso stato di equilibrio, non necessariamente finalizzato alla definitiva soluzione del conflitto, quanto a che le parti attuino scelte che assicurino il mantenimento della responsabilità genitoriale delle relazioni familiari e dell’obiettivo comune in vista dell’accudimento e della crescita dei figli, della salvaguardia delle relazioni familiari, seppur su nuove basi, seppur con compiti di cura ed accudimento differenziati a seconda delle competerne e dei ruoli già assunti o dettati dalle proprio competenze, risorse ed inclinazioni personali, in una logica di differenziazione ma di rispetto per altrui ruolo genitoriale.

Il tutto assicurando ai coniugi una reciproca presa di coscienza delle emozioni proprie e dell’altro che alimentano la conflittualità, per ricondurli a scelte diverse che “diversamente” possano loro ridare equilibrio, assicurando nuovi e più stabili legami familiari, malgrado la realtà del venir meno del legame affettivo come coppia. Nell’obiettivo di garantire il perdurare dei legami affettivi come genitori e come componenti di più allargate relazioni familiari.

Assicurando attraverso tale intervento “sostanziale” e non meramente di “verifica formale” tipico del controllo giudiziario, garantendo, per l’effetto, ai coniugi ed all’intero nucleo familiare una vera e concreta assistenza nel momento della separazione, del divorzio o della necessità di compire scelte familiari dolorose e contrastanti che non trovano certamente.

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